venerdì 11 gennaio 2013

11 gennaio 2013. Ci lascia la Melato, indimenticabile talento.

 Ci lascia la Melato, indimenticabile talento.                                                                      

Mariangela Melato
E' sempre triste raccontare la scomparsa di un'artista. Oggi, con Mariangela Melato, se ne va per sempre un pezzo importante della nostra antica e straordinaria tradizione recitativa. Il talento teatrale della Melato era indiscusso e riconosciuto, capace di impersonificare l'ironia e la rabbia, la sensualità e la leggerezza con una spontaneità che riesce solo ai più grandi.
Mariangela Melato apparteneva a quella straordinaria generazione di attori e attrici italiane che hanno conosciuto la vera gavetta, il sudore del palcoscenici di periferia e lo sguardo severo del pubblico dei grandi teatri milanesi; che si sono confrontati con i testi classici e li hanno saputi innovare nei personaggi più contemporanei; che sapevano benissimo come farsi amare e farsi odiare allo stesso tempo, con lo stesso personaggio.
Certe qualità affinate nel teatro le aveva poi, con eleganza e suprema professionalità, sapute far aderire ai suoi memorabili ruoli cinematografici, così densi di italianità, così veri che sembrava di averli conosciuti realmente, di averli visti dal vivo come, appunto, seduti a teatro.
La sua vita e la sua carriera si sono legate a quella di tanti altri talenti nostrani, mostri sacri del nostro Novecento, da Luca Ronconi a Lina Wertmuller, da Vittorio Gassman a Elio Petri, da Vittorio De Sica a Ugo Tognazzi, da Roberto Benigni a Renzo Arbore, con il quale ha avuto una lunga relazione amorosa. Ma il connubio più riuscito, indiscutibilmente, l'ha avuto con Giancarlo Giannini.
Dei numerosi film girati, che resteranno nell'Olimpo del cinema italiano, dei tantissimi personaggi interpretati, uno su tutti, per me, rimarrà definitivamente immortale: la snob milanese naufraga su un'isola deserta con il suo marinaio meridionale nel meraviglioso cult Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto, diretto dalla Wertmuller nel 1974. 
Una storia di passione e lotta di classe, un intrigo di ruoli ribaltati, una rappresentazione moderna di archetipi sociali che, in quegli anni (ma forse anche adesso come allora) dividevano l'Italia e contrapponevano il ricco e il povero, il padrone e lo schiavo, l'attraente e il sedotto, il benessere e il lavoro.
La Wertmuller ribalta i ruoli, gioca con gli stereotipi, la padrona diventa schiava d'amore, il terrone comunista diventa autorità del sesso. Fino al finale impietoso e cinico. 
Il film si giova di due incredibile performance recitative, Giannini e la Melato confezionano due maschere eterne, il barbuto siciliano Gennarino Carunchio e la bionda e seducente Raffaella Pavone Lanzetti, capolavori di maestria attoriale. Così come memorabile e rozzamente incisivo l'epiteto siculo "Bottana industriale!", rimasto nella mente di ogni spettatore del film per gli anni a seguire. 
Il deludente remake hollywoodiano "Stept away", voluto e interpretato da Madonna e Adriano Giannini (figlio di Giancarlo) ha dimostrato non solo quanto, invece, nel contesto storico e sociale dell'epoca potesse essere forte l'impatto della pellicola, ma soprattutto ha palesato che certa qualità attoriale non la trovi ovunque.
Cogliete l'occasione di questa giornata, in cui i palinsesti televisivi riproporranno tanti meravigliosi classici del cinema nazionale degli anni Settanta e Ottanta, e godetevi ancora il talento della meravigliosa attrice che è stata Mariangela Melato.

Salvatore Caracuta





 venerdì 11 gennaio 2013                                                                                                                        

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