La crisi e i botti di Capodanno
Non so come e quando usciremo da questa profonda crisi economica. Le previsioni non tengono conto di molteplici varianti politiche, sociali e culturali che l'anno appena iniziato potrà portare.
Gli aspetti negativi sono sotto gli occhi di tutti e dentro il portafogli di tutti. Le difficoltà aumentano ancora per un numero crescente di soggetti, tante aziende e partite iva sono state chiuse al 31 dicembre 2012.
Quello che certamente le festività appena trascorse (o ancora in corso per chi può permetterselo) hanno lasciato è il segno di come la crisi possa riconfigurare le abitudini ai consumi.
Il passaggio epocale di questo millennio da "economia di mercato" a "società di mercato" ha avuto il suo fulcro nel vertiginosa corsa ai consumi che manteneva l'economia occidentale. Tale sfrenata spinta alla spesa ha generato la conseguenza di un indebitamento inatteso, da parte della popolazione ma anche degli enti pubblici e delle aziende che, per poter sostenere uno stile di vita o uno standard di spesa crescente, hanno cominciato ad impegnare più di quanto avessero, accedendo al credito attraverso a mutui, finanziamenti, anticipazioni, prestiti, rinviando e spalmando i rientri nel maggior tempo possibile. Quello che le banche hanno poi provocato, in conseguenza a ciò, merita un approfondimento successivo. Ad un certo punto ci si è resi conto che non si aveva più nulla da spendere, le entrate sono diminuite e le uscite aumentate. L'inasprimento della possibilità di spendere ha, decisamente, alterato in modo spaventoso i consumi. E senza i consumi l'economia ha cominciato a stagnarsi.
Molti sostengono che l'attuale crisi economica e finanziaria porterà anche dei cambiamenti culturali. Modificherà il nostro rapporto con lo "spendere". Ognuno di noi ha iniziato a praticare una necessaria, spesso obbligata, revisione della spesa. Se preferite, una personale "spending review".
Ci sono spese che, ogni volta che le vedevamo effettuare, molti le consideravano inutili, dannose, veri e propri sprechi del nostro tempo. I botti di Capodanno erano tra queste.
In più, l'uso esagerato dei botti non era solo spreco di denaro che andava via in fumi e scintille, ma conduceva con sé una effettiva pericolosità per la persona, un rischio enorme. Come del resto nuoceva agli animali in maniera spaventosa.

Quest'anno è stato visibile il calo di spesa dei cittadini per i fuochi d'artificio. Non si è assistito alla lunghe file vicino le bancarelle il pomeriggio dell'ultimo dell'anno. Al mattino le strade non erano insozzate da cartucce esplose e fontane piriche. L'acquisto dei botti dal mercato nero (gestito dalla criminalità organizzata, per intenderci) è sceso del 25%. Il complessivo dato dei feriti (che gravano sulla spesa sanitaria nazionale, ricordiamolo) è calato rispetto al Capodanno del 2011.
Purtroppo hanno lasciato la vita due persone, in Campania. Ancora morti per una spesa inutile, effimera, eccessiva. Due vite che potevano ancora durare per anni si sono spente in un fuoco che si esaurisce in pochi secondi.
Non è difficile pensare che la crisi economica si possa superare anche culturalmente, oltre che politicamente e finanziariamente. Non è difficile pensare che certi sprechi, certe pessime abitudini, certo atteggiamento nei confronti delle priorità di spesa, possa cambiare definitivamente.
Da queste pagine, nel corso dell'anno, quotidianamente, parleremo di questo e di tanto altro, parleremo di noi e della nostra società, di ciò che ci circonda e di ciò che abbiamo dentro. Una semplice occasione di riflessione e confronto su temi grandi e piccoli, aperta a tutti.
Che il 2013 ci aiuti a cambiare.
Salvatore Caracuta
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| Una campagna di sensibilizzazione nel Salento |

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